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Palermo, la maledizione della Coppa Italia

Alla fine più che la Lazio di Ballardini, di Kolarov e di Floccari, a battere il Palermo è stata la maledizione della Coppa Italia. Ancora una volta infatti il Palermo paga dazio oltre i propri demeriti e perde una partita strana, giocata male da entrambe le squadre ma dominata dai rosanero per lunghi tratti. Alla fine, come spesso succede in questo tipo di gare anomale, chi segna per primo generalmente vince, e il sinistro velenoso e chirurgico di Kolarov all’inizio della ripresa ha punito l’incapacità dei rosanero di concretizzare le occasioni da gol costruite e ha spianato la strada ai romani. Il raddoppio di Floccari è stata la ciliegina sulla torta messa da un ottimo giocatore che poteva (e doveva) vestire la maglia rosanero già due anni fa. Al novantesimo è dunque 2-0 per i biancocelesti e fine dell’avventura. Altro giro altra corsa signori, si scende dal tram agli ottavi di finale e arrivederci all’edizione del 2010-2011, con la speranza – per i tifosi – che l’anno prossimo si possa cercare di arrivare più avanti in una manifestazione che i supporter rosanero continuano segretamente ad amare, non foss’altro per quelle due finali contro Bologna e Juventus che nelle menti dei tifosi che hanno superato gli “anta” gridano ancora vendetta. È stata la rivincita di Ballardini, che si è preso la soddisfazione di battere il Palermo giocando una partita brutta ma essenziale, con un paio di idee tattiche interessanti che hanno messo un po’ in crisi i rosanero. La prima è stato l’apporto di Kolarov come centrale di centrocampo. Una posizione “innaturale” per il mancino serbo, che gli permette però di arrivare al tiro dalla media distanza spesso e volentieri. E in un centrocampo con poca “densità” come quello rosanero, l’arma si è rivelata vincente. La seconda è stata la libertà di offendere data a Diakitè. Il gigantesco centrale, sfruttando l’assenza di pressing alto degli attaccanti (Miccoli in primis) era sempre il primo a far ripartire l’azione, spesso senza alcuna opposizione. Il Palermo era in campo praticamente con tutti i titolari. Una scelta sorprendente se si pensa alla delicatezza dell’impegno di domenica a Napoli e al fatto che proprio Mazzarri contro la Juve ha fatto riposare diversi uomini importanti. Ma Delio Rossi (accolto benissimo dai tifosi laziali) in cuor suo ci teneva a vincere e a fare bella figura. Non l’hanno aiutato la serataccia di Miccoli e alcune distrazioni di troppo dei centrocampisti. Bene invece Pastore, che dietro le punte ha mostrato sempre più sicurezza e numeri da campioncino vero. Una sua rasoiata di gran classe nel primo tempo ha trovato, purtroppo, i guantoni del bravo Muslera. Completato quindi il tabellone dei quarti di Coppa Italia (mi viene proprio impossibile, scusatemi, chiamarla Tim Cup). Tra le quattro sfide spiccano ovviamente Inter-Juventus e Fiorentina-Lazio, con Milan-Udinese e Roma-Catania leggermente sbilanciate invece a favore dei padroni di casa. Nota a margine: tolte Novara, Lumezzane e Triestina (che oggettivamente avevano poche speranze) le due squadre che in questo turno hanno “steccato” maggiormente sono state proprio Napoli e Palermo, battute da due squadre come Juventus e Lazio in piena crisi e con due allenatori in difficoltà. Nessuno lo ammetterà mai, ma il sospetto che l’importanza della partita di domenica sera al “San Paolo” abbia pesato un pochino nella testa di giocatori e allenatore nessuno ce lo può togliere.

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