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Cina, concorso di bellezza per gay bloccato dalla polizia

In un popolare locale nel centro di Pechino era tutto pronto per le sfilate degli omosessuali. Un organizzatore: "Ci hanno detto che non avevamo i permessi giusti"

Pechino. La polizia ha bloccato oggi il primo concorso di bellezza per omosessuali della Cina, che si sarebbe dovuto svolgere a Pechino. "Ci hanno detto che non avevamo i permessi giusti - ha affermato Michael Tsai, uno degli organizzatori - ma speriamo di poterlo fare in futuro".
"Ora sono in corso delle discussioni e in ogni caso manderemo qualcuno a rappresentare la Cina al concorso di bellezza internazionale 'Mr.Gay' che si svolgerà ad Oslo, in febbraio", ha aggiunto Tsai.
La polizia è intervenuta all' ultimo momento, quando tutti i preparativi erano già stati completati al Lan Club, un popolare locale nel centro della capitale. L' evento era stato annunciato nei giorni scorsi e la stampa cinese, che agisce sotto uno stretto controllo delle autorità, gli aveva dedicato ampio spazio. In un articolo diffuso oggi l' agenzia ufficiale Nuova Cina aveva intervistato gli organizzatori, riportando le loro dichiarazioni secondo le quali l'iniziativa aveva l' obiettivo di "far conoscere meglio" i problemi della comunità gay cinese. Quando sono arrivati gli agenti a notificare il divieto, centinaia di persone erano già locale per partecipare all' iniziativa. Oltre ad attivisti gay cinesi e stranieri erano presenti un gran numero di giornalisti, fotografi e cameramen. Nella notizia diffusa oggi, Nuova Cina aveva sottolineato che gli organizzatori non avevano avuto problemi'' col governo. Ospite d' onore della serata avrebbe dovuto essere la sociologa Li Yinhe, dell'Accademia delle Scienze della Cina, l' istituto di studi del Partito Comunista Cinese, che ha studiato in modo approfondito le condizioni dei gay in Cina. Secondo la stessa Li Yinhe, i gay in Cina sono tra i 36 ed i 48 milioni, in grande maggioranza non dichiarati.

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