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Con l'auto contro un'ambulanza, gli amici ricordano Filippo

Il giovane morto a Palermo lunedì sera in un incidente stradale

Palermo. In via Lucania, ieri mattina, la vita sembrava scorrere tranquillamente. C’erano le macchine che non smettevano di passare e i muratori a lavoro. Il solito tran tran quotidiano eccezionalmente interrotto da un viavai di gente impegnata ad entrare nel portone del civico numero 1, pronta a consolare il dolore di una famiglia che ha perso tutto, che piange la morte del proprio figlio e fratello. In via Lucania 1 abitava Filippo Gattuso, il ventenne palermitano morto lunedì sera in un incidente stradale mentre, a bordo della sue Peugeot, tornava a casa dalla palestra. “Era un ragazzo come tanti, uno di noi” ricordano gli amici, riuniti davanti casa dell’amico.
“Eravamo amici d’infanzia – racconta una ragazza stretta nel suo giubbotto –. Da piccoli andavamo a giocare alle giostre di viale Campania, quelle vicine al benzinaio”. Filippo, i cui genitori sono due medici e che aveva una sorella più piccola di 14 anni, la sera dell’incidente stava tornando dalla palestra Akiyama di Capaci dove, da circa un anno, praticava jujitsu. “Gli piaceva molto, era un modo per stare tutti insieme” dicono, mentre arriva il maestro accompagnato da un gruppo di ragazzi in tuta bianca e azzurra. “Nella vita studiava medicina all’università – continuano a dire gli amici, con gli occhi umidi per il dolore –, voleva seguire le orme dei suoi genitori”. “Una famiglia degnissima – dice una vicina di casa –, molto unita e tranquilla”. E nel dolore della perdita più grande, solo come quella di un figlio può essere, sono le parole della madre di Filippo Gattuso a risuonare più forti e dignitose: “Non vogliamo una spettacolarizzazione di questa tragedia – dice con la voce rotta dal pianto –. Vogliamo che il nostro dolore venga rispettato”. Su facebook il saluto degli amici, e quello della sua ragazza: “Ciao angelo mio, mi mancherai”.

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