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L'intervista. “Rosarno non è un caso isolato”

Zaher Darwish, responsabile immigrazione della Cgil a Palermo: “In alcuni luoghi, nelle campagne siciliane, le condizioni di vita sono paragonabili a quelle degli extracomunitari calabresi. Ho paura che questo fenomeno possa dilagare”

Palermo. Quello di Rosarno rischia di non essere un caso isolato. Zaher Darwish, palestinese, naturalizzato italiano da vent’anni, è responsabile del settore immigrazione della Cgil palermitana, e non ha dubbi: “Ho paura che questo fenomeno possa dilagare. Tanti casi isolati fanno una tendenza”.
Già perché Darwish è stato testimone di casi di violenza anche a Palermo: la protesta di Rosarno era nell’aria.
Qual è la sua lettura della vicenda calabrese?
“È il risultato di una politica della non cultura che è sempre più dilagante nel nostro Paese. Il frutto di un clima di intolleranza e di una serie di normative che sembrano volere mettere sotto accusa l’immigrazione”.
A quali leggi si riferisce in particolare?
“A cominciare dalla Bossi-Fini che negli ultimi anni è stata persino aggravata. Speravamo in una modifica in chiave integrativa, con il riconoscimento di nuovi diritti per gli stranieri, invece si è andati nella direzione opposta”.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, però, ha parlato in più occasioni dell’opportunità di estendere il diritto di voto ai cittadini stranieri.
“È una scelta logica, obbligata. Dovrebbe essere un diritto acquisito come accade già in molte altre parti d’Europa”.
Qual è la situazione in Sicilia?
“Pensavamo che qui da noi esistesse una sorta di immunità per violenza e razzismo. Invece stiamo assistendo a gravi episodi, anche  a Palermo, di intolleranza”.
Per esempio?
“Ultimamente nel quartiere del Capo, sono venuto a conoscenza di almeno due episodi contro due persone della comunità del Bangladesh. Accanto alle scuole abbiamo assistito a gesti di prepotenza nei confronti di studenti , anche di seconda generazione, ma provenienti da famiglie non italiane”.
Rosarno è un caso isolato?
“In alcuni luoghi, nelle campagne siciliane, la situazione non è molto diversa e le condizioni di vita sono paragonabili a quelle degli extracomunitari di Rosarno. Ho paura che questo fenomeno possa dilagare. Tanti casi isolati fanno una tendenza”.

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