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“Body scanner anche a Palermo”

Terranova, ad della società che gestisce lo scalo: “Abbiamo voli anche per New York, saremo obbligati. Aspettiamo direttive dall’Enac”

Palermo. Terrorismo e sicurezza nei voli aerei sono tornati d’attualità dopo il tentativo di attentato di pochi giorni fa da parte di un giovane nigeriano legato ad Al Qaeda, nel volo intercontinentale da Amsterdam a Detroit. La novità da introdurre negli aeroporti di tutto il mondo, per alzare l’asticella della sicurezza contro il terrorismo durante i voli, è il body scanner. Una macchina che “spoglia” i passeggeri e che permette di guardarli nudi ai raggi x. Sull’argomento è intervenuto su gds.it l’amministratore delegato della Gesap, la società che gesticsce l’aeroporto di Palermo, Giacomo Terranova, che ha parlato delle prospettive di questo nuovo apparecchio nello scalo palermitano e in quelli della Sicilia.
È d’accordo con l’introduzione di questi apparecchi negli aeroporti?
«Governo ed Enac stanno lavorando in sintonia per prendere le migliori decisioni possibili. Se, come sembra, verrà deciso di introdurre queste macchine, noi ci adegueremo alle nuove misure di sicurezza come abbiamo sempre fatto investendo molto, e, dunque, poco importa la mia opinione».
Dunque tutte le società aeroportuali d’Italia decideranno di introdurre i body scanner?
«Dipende dal segmento di mercato che ogni aeroporto vuole ricoprire. Se in un aeroporto sono previsti voli intercontinentali, in particolare verso gli Stati Uniti, allora quello scalo sarà costretto a introdurli».
Palermo è uno di questi aeroporti?
«Assolutamente sì, dato che due volte a settimana ci sono aerei che partono dal Falcone e Borsellino verso New York, e noi siamo decisi a mantenere questo segmento di mercato».
Quando prevedete di introdurli?
«Ancore è troppo presto per queste previsioni. Attendiamo indicazioni precise dall’Enac. Domani, ad esempio, ci sarà un incontro tra Governo ed Enac, da l quale sicuramente sapremo qualcosa in più».
Per Catania e Trapani, invece?
«Per gli altri due scali siciliani la situazione è differente. Nell’aeroporto di Catania ci sono voli internazionali, ma non intercontinentali, però vista la sua vocazione, lo scalo catanese è tra i primi cinque in Italia per numero di passeggeri, dovrà valutare questa nuova attrezzatura. Stesso discorso vale per Trapani. Quello di Birgi è uno scalo dove si effettuano tratte europee e, quindi, potrebbe non essere necessario, ma bisogna guardare alle politiche di sviluppo che ha quell’aeroporto».
Come reagirà la gente quando dovrà sottoporsi al body scanner? Ci sono già polemiche sulla loro pericolosità e sul fatto che vanno a ledere la privacy?
«Sicuramente questi sono i due punti fondamentali per il passeggero, ma non bisogna esagerare. Il passeggero deve sapere con certezza se la macchina è sicura o no e rispetta la privacy, o meno. Inoltre, le prime indicazioni su queste macchine dicono che le radiazioni che emettono non superano di certo quelle a cui siamo sottoposti quasi quotidianamente».
Prevedete code di passeggeri a causa del body scanner?
«Questo sarà soprattutto un problema degli scali con decine di voli intercontinentali. In questi casi si dovrà valutare la situazione con lungimiranza».

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